Architettura Ecosostenibile

IL PRIMATO DEL DISEGNO E IL PENSIERO VISIVO

Nella sezione dedicata all'architettura e ai modelli abitativi Mirabilia abbiamo iniziato un percorso di frequentazione sulle innovazioni e le tecniche, quelle che maggiormente hanno influito sugli stili di vita nel secolo precedente. In questa pagina sono proposte una serie di tipologie inerenti i casi in cui la cultura del costruire e la storia dell'architettura riescono a costituirsi come alternative ai consumi energetici. Senza far ricorso agli stereotipi tecnologici e a quelle esasperazioni high-tech reputate dalla dittatura della moda e del mercato requisiti necessari ad un intervento edilizio, alcuni progettisti hanno costituito in modo eroico e pioneristico i presupposti di quella tendenza oggi denominata "architettura eco-sostenibile".. 

Il caso della Cà capriata di Carlo Mollino
Un architetto, o un artista, più semplicemente un essere umano attento al suo modo di essere verso l'ambiente e accompagnato da un desiderio: dare forma alla passione di vivere a contatto con la natura.
La prima considerazione visiva riguarda la prassi nascosta della forma realizzata: il disegno, il taccuino e l'appunto che segnano carte predisposte all'immediatezza dell'idea, sulla provvisionalità dell'incanto e dello studio del luogo si appongono l'intenzione e una verifica: la pretesa umana della ricerca di un equilibrio tra le forze della natura e quella dei sogni. 
I bozzetti inquadrano bene le idee che l'architetto mise a punto già negli anni '30 e che dimostrano attenzione alle architetture valdostane. Le pile di sostegno e le strutture lignee sono ispirate alla tradizione e allo studio di forme che l'autore metterà a frutto in un concorso indetto negli anni '50 con il sostegno della Triennale di Milano per la realizzazione di soluzioni innovative.
Il rifugio sorge lungo il Walserweg nel comprensorio sciistico di Gressoney Saint Jean, scenografia ideale rispetto alle intenzioni progettuali dichiarate dall’architetto torinese:.. “Questa è la casa per gli sciatori "estremisti", (...) è la casa portata addirittura sul "luogo di lavoro", sul campo di sci" (“Domus” 1948). La concezione dello sci è qui enunciata in una forma non invasiva o esclusivamente edonistica, quanto sportiva e 'alpinistica'. La sfida che si intuisce correre lungo l'asse portante del pilastro di sostegno è anche una metafora del problema. Vivere la montagna implica soprattutto il fatto di abitarla e mantenerla ad uno scopo. La natura rotola sulla vita quando la stessa l'abbandona a sè e la salute della montagna significa l'equilibrio, la pianura, il suo piano pavimentale quando regge è in relazione al principio etico che lo sostiene.

Il progetto originario di Carlo Mollino, che, nell'ambito del Concorso Vetroflex Domus (1951) e della X Triennale di Milano (1954), costituiva un manifesto della sperimentazione di materiali e tecniche costruttive innovative è stato riproposto oggi da un gruppo di ricerca del Politecnico di Torino.
Casa Capriata sta prendendo forma nel comprensorio sciistico di Weissmatten (AO) a quota 2100 mt, grazie ad un progetto di ricerca sviluppato dal Dipartimento di Progettazione architettonica e di Disegno Industriale del Politecnico di Torino, con il Comune di Gressoney Saint Jean e la partecipazione dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Torino e la Fondazione OAT.